Simboli ed emozioni dietro quel presepe
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Anche se il periodo natalizio è passato, oggi vi scrivo di un bel viaggio, frutto di un’iniziativa che ha a che fare proprio con la magia di quei giorni. Sabato scorso – per via del maltempo che ha fatto slittare la manifestazione di una settimana – ho percorso le stradine del Presepe Vivente organizzato dall’associazione “Mattinata a cavallo” in collaborazione con il Comune di Mattinata.
Un vero e proprio viaggio nella Betlemme che ha visto nascere Gesù. Colori, odori, musiche di zampogna, scenari suggestivi creati nell’antica masseria Armillotta, ci hanno riportato a un tempo che non c’è più ripercorrendo quell’evento che rende sempre i nostri cuori più caldi, almeno una volta all’anno.
La lodevole iniziativa dell’associazione, ha regalato un tuffo nell’autenticità dell’epoca: costumi, utensili, strumenti di lavoro, animali e mestieri riprodotti con fedeltà e passione e con dovizia di particolari.
Mentre camminavi tra i vicoletti di Betlemme, ammiravi il maniscalco, la stiratrice, le lavandaie, i panettieri, i falegnami, ognuno nella sua bottega, ognuno nella sua casa, quasi avvolti dalla magie di quell’attesa che avrebbe visto nascere il Salvatore.
L’attesa e la gioia di un villaggio in festa hanno coinvolto, con sobrietà, tutti i visitatori, coniugando la storicità della riproduzione scenica con le tradizioni locali. In una delle botteghe era possibile assaggiare le gustose pettole fritte al momento e arricchite dal gusto del miele, entrambi prodotti da aziende locali. Poco più avanti, percorrendo altre strade, abbiamo trovato il casaro che faceva assaggiare i nodini che stava realizzando.
E poi entravi, quasi inaspettatamente, nella grotta della natività. Silenzio e pace, una luce soffusa e calda, quasi a indicare la sacralità dell’evento. Il piccolo Gesù, che era una Bambina di 6 mesi, Beatrice, in braccio alla sua mamma con al fianco san Giuseppe, e dietro l’asino e il bue.
Dentro bambini e signori d’ogni età, i re magi; nessuna voce, ma solo occhi che parlavano ed esprimevano parole di gioia.
Usciti dalla grotta abbiamo incontrato delle bambine e delle ragazzine che, mano nella mano, sorridenti e spensierate, si recavano all’osteria dove, bollivano i tini e si poteva assaggiare dell’ottimo pancotto. Tra loro c’era la mia nipotina Anna, che interpretava una giovane pastorella del Presepe.
Un’emozione vera, vissuta nell’autenticità dei luoghi e delle persone.
È stato bello vedere gli abitanti insieme, di diverse età, divertiti ed emozionati in questa iniziativa organizzata in 8 giorni tra volontari e associati.
Era un paese in festa!
Questo spirito non dovrebbe mai mancare e condurre le nostre vite nel lavoro di tutti i giorni. Forse eventi del genere ci fanno fermare a riflettere sul bisogno di tornare alla semplicità, quella che ci permetteva di incontrare l’amico e il vicino di casa, o il parente che non vedi da tempo, guardarlo negli occhi e parlarci, per un confronto, per tornare ad essere solidali.
L’associazione Mattinata a cavallo promuove le camminate tra la natura e lo scambio con altre città.
Lo spirito di comunità che ha caratterizzato la manifestazione andrebbe preso ad esempio e trasferito nella vita moderna che conduciamo con affanno, inseguendo il tempo, senza guardarci, a volte, veramente negli occhi.
Tra i buoni propositi del nuovo anno ci ho inserito quello di tornare ad essere una buona amica e tornare a parlare più con le persone. trovare il tempo per i rapporti sani. Mi è venuta voglia di comunità. Il presepe è un simbolo, rappresenta l’evento della nascita di Gesù, equivale ad annunciare il mistero dell’Incarnazione del Figlio di Dio con semplicità e gioia che avrebbe dovuto salvare l’umanità dal peccato.
Se questo simbolo lo facessimo più nostro, potremmo declinare il suo significato di pace sulle nostre azioni.
Il presepe si ispira a un evento accaduto proprio in Palestina, dove oggi si sta conducendo una guerra senza umanità.
Spero, allora, che questa rappresentazione possa essere declinata sulle azioni di quegli uomini malvagi che oggi stanno uccidendo bambini, donne e civili senza pietà e che noi riuscissimo ad apportare il nostro contributo cessando le nostre piccole grandi guerre personali.
Libera Scirpoli