la morte di michele de vita, imprenditore di mattinata

22 settembre 2023

Mattinata piange un altro suo figlio, l’imprenditore Michele De Vita.

Un figlio che le ha donato il suo sogno, quello di contribuire a valorizzare e riscattare un territorio non sempre generoso.

Passione, amore, caparbietà, determinazione e lungimiranza lo hanno portato negli ultimi anni a costruire un’azienda solida nell’ambito caseario gastronomico, mettendo in piedi tre strutture attraverso le quali è riuscito a implementare il cosiddetto concetto di “chilometro zero”.

È cresciuto investendo in attività di allevamento, punti vendita di carne e caseari, ristorante, collaborazione e presenza costante in manifestazioni pubbliche che hanno portato il fiore all’occhiello alla nostra cittadina.

Era una persona generosa Michele, sempre sorridente, innamorato della sua famiglia e del suo lavoro.

La spiccata propensione a partecipare, a offrire un contributo come cittadino e come imprenditore, lo portavano a essere sempre presente. Non per posizionarsi in qualche ruolo, quello già lo aveva e continuava ad ampliarlo con il sacrificio del lavoratore, ma per dare il suo apporto fattivo al fine di costruire insieme una comunità più prospera. Non voleva essere escluso dal dialogo politico, voleva intervenire e, non a caso, ebbe per un certo periodo, un incarico consiliare nel settore zootecnico e agricolo mettendo in campo le sue competenze durante l’Amministrazione di Roberto Prencipe, una bella pagina politica di Mattinata.

Nonostante le nostre vite si fossero incrociate già tanti anni prima per via di legami familiari, il mio vero incontro con Michele avvenne dieci anni fa, quando tornai a vivere in Puglia.

Eravamo opposti: io venivo dalla città e mi occupavo di holding finanziarie, lui amava l’aria aperta e l’idea dell’impresa tangibile, che trasforma i prodotti e valorizza un territorio.

Mi desse: “Libera noi dobbiamo fare qualcosa per Mattinata”. Io non capivo, ero ancorata al concetto del mio studio di Via del Corso. Michele aveva dei modi semplici e risoluti, frutto di una vita dedita a centrare l’obiettivo senza troppe chiacchiere.

Mi chiamava, veniva a trovarmi in studio, mi presentava tante persone. Lui aveva un sogno, bisognava caratterizzare Mattinata valorizzando le sue risorse e per fare questo era necessario interagire con i vari fattori della vita sociale, come lui stava già facendo.

Furono tante le iniziative, le collaborazioni e i momenti vissuti, sia politici che professionali. Non scorderò mai anche i suoi moniti protettivi quando fiutava in qualcuno l’invidia che poi lo avrebbe portato a farmi “socialmente” male.

Quando domenica scorsa la notizia è giunta, ho provato tristezza. La mia mente è tornata a quel periodo, al senso di comunità che vivevamo tutti insieme e ai sogni che erano in cantiere, tanti dei quali non si sono più potuti realizzare. Sì, perché per quelli come Michele non si è mai arrivati, bisogna sempre rigenerarsi e affrontare nuove sfide. Questo ricordo ha reso ancora più mesta la notizia.

Oggi è sempre più difficile affermarsi in una terra come la nostra. Lo posso dire perché ne ho vissuto (e vivo) in prima persona l’ostilità culturale.

Ci vuole coraggio. E Michele quel coraggio lo aveva e lo trasmetteva.

Lui ci ha insegnato che, in fondo, anche in un territorio come il nostro, possiamo farcela.

Questo pezzo di oggi l’ho voluto dedicare al ricordo di Michele che troppo presto è stato strappato alla sua vita terrena, una vita che è rimasta incompiuta, conoscendo il suo desiderio di vivere e creare nuove prospettive.

La sua eredità è nostra, è dei suoi amati figli, della sua instancabile moglie, dei suoi collaboratori e di tutti quelli che hanno voglia di proseguire il suo sogno oppure di costruirne uno nuovo, in altri campi.

È l’eredità di tutti quelli che hanno voglia di lavorare e credere che qualcosa sia ancora possibile. E allora si, il sogno di Michele proseguirà.

Non dimenticherò mai la sua semplicità, la sua determinazione e quei momenti che ci hanno fatto incontrare per costruire bellezza.

Ciao Michele.