Elly Schlein nell’anno zero della sinistra
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3 marzo 2023
Il Partito Democratico ha eletto la sua segretaria, la prima segretaria donna, Elly Schlein, “l’anti-Meloni” scelta da Enrico Letta per chiudere la campagna elettorale delle politiche. Un’ascesa vertiginosa, quella della neo segretaria, passata direttamente dalla vice presidenza della Regione Emilia-Romagna alla Camera e, ora, al Nazareno. La più giovane segretaria che il partito abbia mai avuto. Il tutto nel giro di cinque mesi. E pensare che fino a poco fa, Elly Schlein non era nemmeno una iscritta al Pd. Ne era uscita in dissenso dalla linea della segreteria Renzi e ci è voluto un congresso costituente per permetterle di rientrare in tempi record. Con Schlein, il Partito Democratico si avvia a “fare la sinistra”.
La sua elezione coincide con una tragedia umana accaduta di fronte alle coste di Crotone, e il mio pensiero corre lì.
Corpi avvolti in sacchi bianche e timbrati con una sigla. Non è facile commentare, e non sono comprensibili le parole del Ministro: “Non bisogna farli partire”. Che significa? Non essere più liberi di vivere da esseri umani e fuggire da terre che non danno speranze?
Questa strage poteva e doveva essere evitata.
Domenica scorsa è stato un giorno importante per la democrazia, per dato partecipativo e per speranze riposte in una scelta rivoluzionaria: è la prima volta che il voto dei gazebo (dove partecipa anche chi non ha la tessera del PD) stravolge quello degli iscritti.
Le persone, anche quelle deluse dal PD, hanno scelto Elly Schlein, una donna femminista, ecologista, e attenta ai diritti di tutte e tutti.
La neo segretaria ha risposto al famoso slogan di Giorgia Meloni, “Io sono Giorgia, sono una donna, sono una madre, sono italiana, sono cristiana”, con un contro-slogan, lanciato dal palco del Pd durante la campagna elettorale per le scorse politiche: “no, non basta essere donne per aiutare altre donne, c’è una bella differenza tra il dirsi femminili e femministe, se decidi di non difendere i diritti delle donne, a partire da quelli sul proprio corpo”. “Sono una donna. Amo un’altra donna e non sono una madre, ma non per questo sono meno donna. Non siamo uteri viventi, ma persone coi loro diritti”.
Cosa cambierà adesso? Abituati a un partito moderato e conforme alle linee di governo, Elly sarà in grado di ricomporre quei legami sociali che si sono spezzati in questi anni, ridare volto a quei pezzi di società che sono rimasti fuori?
Riuscirà e interpretare le diverse sfaccettature di una società che non si è più sentita rappresentata da un centrosinistra incapace di leggere i nuovi bisogni di una società in evoluzione?
Non ho votato alle primarie di domenica, ma ho fatto il tifo per lei. Sono contenta, da donna, che ci sarà finalmente una prima volta al femminile alla guida del partito. Non è il sesso di una persona che fa la differenza, ma in certi casi è così, come in questo: è un chiaro segnale di emancipazione e progresso.
Mi piacerebbe che fosse lei a cambiare le regole del gioco. Che fosse lei a progettare la non semplice ricostruzione della casa della democrazia, a partire dai circoli, dal pubblico dibattito, dalla ripresa dei rapporti con le persone. Mi piacerebbe che fosse proprio una donna a riportare la palla al centro per riprendere a giocare quella ambiziosa partita che il PD si era prefissata anni fa, sia su temi di governo che su temi di partecipazione civica.
Se Giorgia Meloni è la donna premier, leader di una forza di destra, Elly Schlein è la donna leader di una forza politica che ha in sé il peso di una storia importante, e che mai come adesso necessitava di un cambiamento di rotta.
Da domenica scorsa lo scenario è cambiato, è diventato più avvincente. Perché le due donne leader sono diametralmente opposte su temi, idee politiche, storie e immagine.
Sarà, lo spero, un momento rivoluzionario per la storia della Repubblica. E per noi donne un’ispirazione nel vederle esprimersi e difendere le proprie posizioni.
Ho imparato col tempo che mai nulla accade a caso, e credo che il voto di domenica abbia espresso l’anelito di tutte quelle persone che hanno percepito il vuoto lasciato da una sinistra che non ha più fatto la sinistra.
Ora c’è bisogno di unità, di voglia di ricostruire una forza politica moderna e pur sempre attenta ai più deboli, che garantisca la giustizia sociale, capace di interpretare le nuove frontiere dell’economia e delle professioni con l’obiettivo del progresso di una società in continua evoluzione.
Cominciamo cambiando l’attuale legge elettorale, antidemocratica, che allunga le distanze tra eletti ed elettori. E ricostruendo i circoli, perché come dice la neo segretaria utilizzando una formula geometrica, “senza la base, scordatevi le altezze”.
Sarà, come ha detto qualcuno, l’anno zero della sinistra moderna? Mi auguro proprio di si. Lo voglio sperare. Ed auguro a Elly Schlein di essere l’“apripista” di questo nuovo processo.
Quindi non mi resta che dire: in bocca al lupo segretaria!
Buon week end a tutti voi!