La prima volta di una donna Sindaca a Foggia
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27 ottobre 2023
Foggia è donna. Per la prima volta la città capoluogo di provincia sarà guidata da una sindaca.
La partita è stata vinta al primo turno con una vittoria netta di Maria Aida Episcopo, donna dal profilo professionale di elevato spessore nel mondo dell’istruzione.
Il successo elettorale della neo sindaca corrisponde anche al successo della coalizione di centro-sinistra, forza politica che l’ha scelta e sostenuta con la costruzione del Campo Largo Progressista con protagonisti Partito Democratico e Movimento 5 Stelle.
Un anno fa scrivevo della prima donna presidente del Consiglio dei Ministri in Italia, Giorgia Meloni, con la nostalgia di chi avrebbe desiderato quel primato abbinato a una forza di centro sinistra. Ma la delusione è stata, poi, subito compensata dall’elezione della prima donna segretaria nazionale del Partito Democratico.
Dunque, la politica sulle questioni di parità di genere prova a crederci, anche se la strada da percorrere è ancora in salita, specie nelle “zone” meno visibili delle carriere politiche, quelle della fase di start up, quando una donna deve entrare e cercare di partecipare con il proprio apporto culturale e morale. Non sempre riesce ad affermarsi e a superare gli ostacoli. Lo posso dire senza dubbi.
Mettendo, oggi, da parte il genere di chi ci guida – che per me è un tema sostanziale del futuro progressista della società di cui parlerò sempre – oggi voglio soffermarmi sul fatto che l’elezione di Episcopo ha aggiunto un altro importante tassello alla geografia politica provinciale e nazionale, nonostante il suo possa essere considerato anche, per certi versi, un voto d’opinione e a-partitico.
In provincia di Foggia assistiamo all’affermazione del vento di centro-sinistra nei principali comuni, con la sola eccezione di Manfredonia che, dopo 30 anni di sinistra, va in controtendenza (la civica di Rotice era alleata con il centrodestra). Ma, anche lì qualcosa è accaduto, perché, appunto, “era”: il centro destra si è rivelato debole e perdente, con consiglieri transfughi dalle fila del partito di Berlusconi, provocando di fatto la metamorfosi della composizione di un’Amministrazione che in due anni si è rivelata civica pura e a-partitica, delineando e rimarcando sempre più la volontà di rompere con gli schemi del passato.
Se questo è lo scenario provinciale, a livello nazionale Fratelli d’Italia risulta, invece, il partito preferito (nei sondaggi).
Tuttavia il pensiero degli italiani comincia a vacillare rispetto a un anno fa, la delusione è forte su diversi temi per i quali sono state disattese le promesse e le aspettative.
Gli italiani si impoveriscono, i prezzi aumentano, i salari restano gli stessi (bassi), i tassi d’interesse sui mutui si moltiplicano, le aziende faticano con i pagamenti di fine mese, le battaglie per i diritti civili sono in stand-by (quando non indietreggiano), in Europa ci disallineiamo spesso rispetto alle forze democratiche principali.
Quindi, la parte politica che dovrebbe promuovere e costruire riforme liberali per il Paese (il centro destra e il berlusconismo), in realtà sembra ci stia portando indietro sia sul piano economico-sociale, sia su quello dei diritti civili. Si rivela una forza populista e propensa alla demagogia che (prima volta nella storia repubblicana) istituisce addirittura il lutto e la chiusura dei lavori delle Camere per una settimana per la morte di Silvio Berlusconi, politicizzando di fatto le più alte istituzioni dello Stato.
L’unico tema sul quale siamo tutti d’accordo è il NO alla guerra.
Le ultime vere riforme liberali, dal mio modesto punto di vista, restano quelle di Pierluigi Bersani, che è un comunista!
Certo che per noi italiani non è un momento facile! Da un lato un Governo che ci porta indietro e ci divide sempre più in ricchi e poveri, dall’altro un centro sinistra che ha deluso e che non propone un’alternativa valida.
Se questo è il quadro generico nazionale, la speranza che sul piano locale ci possa essere una svolta progressista vera non la potranno dare i partiti.
La vittoria di Maria Aida Episcopo potrebbe rappresentare una svolta ai difficili problemi del nostro tempo (non solo per la città di Foggia, ma per tutta la provincia) solo se lei sarà in grado di restare fuori dagli schemi della politica che negli ultimi anni ha deluso e fatto perdere. Perdere non solo elettoralmente, ma socialmente in consensi, speranze e opportunità per il domani.
La vittoria, quella vera, ci sarà solo se lei potrà lavorare libera dai condizionamenti e dagli schemi delle logiche di potere. Quel potere che ha fatto perdere il senso vero dei partiti.
Purtroppo questo è un mondo dove la verità viene spesso nascosta dal più forte, da chi ha il potere d’acquisto maggiore.
Tocca a noi saperla intercettare, interpretare e raccontarla, senza avere paura di nasconderla.
Siamo tutti attori di questa comunità, chi ci governa deve essere solo capace di rappresentarci fedelmente, sentire ogni nostro impulso, ogni interesse particolare, per poi ricomporre tutto e farlo diventare bene comune.
Perciò mi auguro che questa nuova sfida per Foggia possa rappresentare il tramonto del vecchio modo di fare della politica e il coraggio di volerlo davvero il cambiamento.
A Maria Aida Episcopo va il mio più sentito in bocca al lupo per la pesante prova umana e sociale che l’attende, sicura che, da donna, ci saprà mettere cuore, anima e onestà.
Se Foggia vincerà, non sarà una svolta solo per i foggiani, ma per un’intera provincia che ha voglia di emergere non più per fatti di cronaca nera, ma per la bellezza che troppo spesso le è stata negata.