Donne belle e brave, il caso Acea a Roma
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Quando ero ragazza, appena entrata nel mondo del lavoro nella capitale, una mia collega, molto bella e in gamba, ottenne un caso di una certa rilevanza, nello studio fiscale dove lavorava, riferito a uno dei clienti più importanti.
Ero felice per lei, perché quel ruolo lo meritava davvero, per preparazione e competenza. Il giorno dopo mi venne a trovare ed entrò nella mia stanza con gli occhi lucidi, dicendomi che il caso non sarebbe stato più il suo, il cliente aveva chiesto al capo di essere seguito da un consulente maschio, altrettanto bravo, ma meno esperto in quel particolare argomento della fiscalità internazionale.
Le chiesi: perché? Lei rispose, mi hanno detto che non ho la fisicità adatta. Ed io: in che senso? Lei: sono troppo formosa, mi si nota troppo, sono troppo donna.
La mia ex collega è una donna bellissima, l’unica in quel momento capace di gestire con alta professionalità e conoscenza quel ruolo. Le venne negato l’incarico e fu affidato ad un collega maschio su richiesta del cliente. Che tra l’altro visse con imbarazzo la situazione. Ma tutti tacquero, nessuno disse nulla. Come se nulla fosse successo.
La settimana successiva pranzai con lei tutti i giorni. Dopo un mese lasciò lo studio e fu la sua fortuna, oggi è una delle consulenti fiscali più apprezzate della capitale. Bella e brava.
Potrei raccontarne molte altre, ma starei male a ripensare a quei fatti e ai muri di gomma che ho visto davanti alle rimostranze, come se fossero cosucce normali, e non abusi di potere che maschi potenti adoravano infliggere a donne subordinate in posizione di inferiorità psicologica e remunerativa.
Perciò è tristemente in continuità la misoginia che si attribuisce in questi giorni all’amministratore delegato di un’azienda pubblica italiana, Fabrizio Palermo, a.d. di Acea, azienda fornitrice di luce e gas, di proprietà per il 51% del Comune di Roma.
Secondo approfondimenti giornalistici, le lavoratrici addette all’accoglienza (le hostess) avrebbero rilevato che il manager pretende un’accompagnatrice tutta per lui quando pranza da solo o con ospiti e la convoca con il campanellino. È stato mostrato un video su Repubblica. Le dipendenti trattate come serve rilevano che a metà mattina il manager si farebbe portare una mela su un piattino con un coltellino accanto e obbligherebbe le hostess a sbucciarla. Pare che, sempre il suddetto capo, sgridi le lavoratrici se si soffiano il naso o se mettono nel microonde l’acqua per il suo tè, invece di utilizzare il bollitore.
Altri dettagli sono stati rivelati: per esempio che le donne debbano alzarsi tutte in piedi quando passa lui, e che quelle sopra i 40 anni non sarebbero gradite e sostituite da 30enni o giù di lì.
L’azienda pubblica smentisce le accuse.
La Presidente del cda Castelli intanto ha dato le sue dimissioni a borse chiuse, dopo e non prima l’esito (pessimo per il centrosinistra) delle Regionali del Lazio.
L’amministratore delegato ha contro le hostess, tanto quelle di Acea che quelle di Cassa Depositi e Prestiti, ultima big passata sotto la sua gestione prima della chiamata capitolina. Anche i sindacati hanno preso a loro volta posizione. Nel silenzio dell’inquilino di palazzo Senatorio, si è mossa anche la politica. Parte della maggioranza in Comune, il centrosinistra che sostiene Gualtieri, ha chiesto tutti gli atti della prima inchiesta interna di Acea sulle denunce delle hostess. Un audit chiuso, come raccontano le dirette interessate, senza mettere a verbale le loro testimonianze. In assenza di risposte, i presidenti delle Commissione capitoline Pari Opportunità e Lavori Pubblici e i sindacati starebbero andando a fondo nella vicenda.
A chiedere la testa di Palermo, poi, sono arrivati anche senatori, deputati e consiglieri di Fratelli d’Italia. Si svolta, poi, ancora a sinistra con Laura Boldrini, ex presidente della Camera e deputata Pd. L’onorevole, intervistata da Repubblica, ha chiesto al sindaco Roberto Gualtieri di “ascoltare la voce delle hostess” e di disporre “un’inchiesta esterna”, terza e trasparente. La stessa richiesta dell’Apa, l’Associazione dei piccoli azionisti della multiutility, dipendenti e non, che ha a sua volta richiesto di affidare la questione a dei professionisti esterni per “approfondire” le denunce delle hostess. Si va dai pranzi consumati in bagno per non dare troppo nell’occhio fino al bisogno di non farsi sentire quando si cammina con i tacchi nei dintorni della stanza dell’amministratore delegato. Oltre il citato campanello per chiamare le receptionist in stanza e l’ordine (non previsto dal contratto delle hostess) di servire frutta e tè a chiamata, le crisi di pianto delle lavoratrici terrorizzate dai rimproveri del manager. Palermo si è difeso sin dall’inizio smentendo ogni accusa e minacciando querele.
E in Campidoglio ora c’è chi mormora di veder apparire nuove testimonianze contro Palermo. E Nessuno esclude che la stessa Castelli, che per ora si lascia andare al massimo a un “no comment”, possa decidere di denunciare a sua volta. Da donna e avvocata in difesa delle hostess di Acea.
Che dire, sembra il racconto di un tempo lontano, eppure potrebbe essere vero e attuale. Un ritorno al colonialismo?
Mi chiedo chissà quante altre situazioni di questo tipo stiano accadendo mentre scrivo, ma non sono ancora emerse, e forse non emergeranno mai.
Spesso assistiamo a sussulti antimolestie che nascono e muoiono senza lasciare il segno e che in Italia attecchiscono poco.
Mi auguro che, sull’onda del caso Acea (che dovrà ancora essere chiarito), la politica prenda in mano la situazione e, specie le nostre rappresentanti femminili, mettano in campo vere e proprie battaglie per i controlli e il dialogo con le lavoratrici italiane. Ora più che mai che stiamo vivendo un momento economico-sociale che non rende liberi di lasciare un lavoro.
Ci sarà sempre “qualcuno” che, se avrai un successo, vorrebbe farti sentire inadeguata. Abbiamo il diritto e il dovere di reagire difendendo gli spazi che ci appartengono, per competenze e per sacrificio.
Allora facciamolo suonare noi il campanellino, quello del nostro orgoglio. La vita è nostra!
Buon week end a tutti voi!