Matteotti e la censura a Scurati
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LIBERA SCIRPOLI
Il 25 aprile è una data importante per gli italiani. Rappresenta la festa della liberazione dal regime nazi-fascista che dagli anni ’20 del 900 negò la libertà a uomini e donne.
Sin da bambina ho sempre percepito l’importanza di questo anniversario. Finché non divenne uno dei giorni più significativi negli anni del mio attivismo politico. Ed oggi lo è ancora.
Questo 25 aprile lo sto onorando attraverso la memoria e il confronto.
Intanto voglio partire dagli accadimenti della settimana, di cui la censura al monologo di Antonio Scurati è tra gli eventi più significativi.
La memoria è importante per costruire il futuro, lo dice proprio oggi Mattarella nel suo discorso in onore di questo importante anniversario, “ricorrenza fondante per l’Italia”.
Giacomo Matteotti potrebbe essere sconosciuto a tanti ragazzi, allora immaginiamo che riscoprirlo potrebbe essere educativo per tutti quei 15enni che non hanno la fortuna di avere in famiglia cultori della storia e della politica.
Sarebbe un perfetto racconto di un evento ideale, quello in cui un anniversario nazionale riesce a pervadere la cultura di massa rimettendo al centro un emblema del suo messaggio storico.
Antonio Scurati, scrittore e giornalista, aveva un monologo da leggere in Rai; la Rai lo ferma, la notizia trapela, si accendono le proteste.
Serena Bortone, la conduttrice che lo avrebbe ospitato se la censura non fosse intervenuta, legge comunque il monologo.
Giorgia Meloni prende posizione con un post, ma prima che ciò avvenga, i social hanno un nome che rimbalza a ritmo di trend: Giacomo Matteotti.
Giacomo Matteotti era il segretario del Partito Socialista Unitario, rapito e ucciso nel 1924 da una squadra fascista, ed ero lui il protagonista citato in apertura del discorso di Scurati. È lo scrittore stesso, oltre ad averlo affidato in lettura alla giornalista Serena Bortone, a pubblicarlo in un post social. Quel post social è rimbalzato da un account all’altro, da una story, un commento, fino ai gruppi whatsapp, in un modo così diffuso e pervasivo che la semplice recita televisiva non avrebbe mai potuto emulare. Risultato: un tentativo di censura si è trasformato nell’esatto contrario e ha avuto l’effetto di una propulsione senza pari.
Sono questi, gli stessi giorni in cui la Commissione Vigilanza RAI emana un regolamento che non tutela più la par condicio tra le parti politiche con l’ammissione senza limiti delle “comunicazioni” del Governo.
Sono questi i giorni in cui gli esponenti di governo non riescono ad enunciare la parola “anti-fascista”. Sono questi i giorni in cui la politica dei partiti (a livello territoriale è attualissimo) sta fallendo perché personalizza e non parteggia più.
Sono questi i giorni in cui la parola RESISTENZA, quindi, assume tutto il suo significato più profondo.
Il 25 aprile 1945 l’Italia fu “riannoverata” – usando le parole di Mattarella – tra le nazioni democratiche. Oggi non possiamo permetterci di fare passi indietro. Il pensiero libero fu uno dei capisaldi della lotta anti-fascista. Siamo chiamati ad una nuova resistenza che ha nuovi nemici: guerra, violenza, intolleranza, ingiustizia e assenza di valori.
Il coraggio e l’onestà sono le armi che possiamo usare per combattere. Come fecero negli anni ’40 i nostri nonni partigiani. Ma la più importante di tutte è la memoria, quell’arma che in questo giorno ci riporta a chi ha dato la vita e con tanto sacrificio e ha costruito le basi per la libertà di questo Paese.
Specie noi donne, non dobbiamo mai dimenticare l’impulso e il coraggio messo in campo dalle partigiane che ci hanno permesso di essere “ammesse” alla politica per la prima volta. La nostra battaglia non è ancora terminata.
Furono loro, i partigiani entrati in Parlamento a sancire i valori fondanti della nostra Costituzione.
In questo 25 aprile 2024, voglio rinnovare il mio impegno a non dimenticare che uomini come Matteotti, donne come Tina Anselmi, hanno dedicato le proprie vite per regalarci la libertà.
Una libertà che, però, va conquistata ogni giorno, attraverso la piena attuazione della Costituzione, e il coraggio di essere onesti.
Solo così potremo pienamente ricordare che la Resistenza, quel valore immenso che ci ha liberato dai nazifascisti, è stata l’arma che ci ha aperto la strada per un mondo libero e giusto.
Studiamo Giacomo Matteotti, imitiamo i suoi valori. Onoriamo la sua memoria e difendiamola da chi la censura.