MANCE E MANCETTE CHE SI REGALANO AI GIOVANI

LIBERA SCIRPOLI

Lunedì mattina nella sala Regina di Palazzo Montecitorio si è svolto il convegno “GIOVANI, TRA FAMIGLIA E FORMAZIONE: progettare prospettive di futuro”.

I Giovani, in una calda mattinata romana, hanno incontrato esperti e rappresentanti delle istituzioni per un confronto aperto che ha toccato tematiche sensibili e attualissime.

La Ministra del Lavoro e delle Politiche sociali, Marina Elvira Calderone, e il Viceministro dell’Economia e delle Finanze, Maurizio Leo hanno cercato di rispondere alle diverse domande e perplessità che i ragazzi hanno posto con garbato risentimento.

 Ho ascoltato per radio alcuni interventi di questa interessante iniziativa. In particolare un ragazzo neo laureato ha presentato dati dell’ISTAT al vice Ministro Leo sulla fuga dei giovani cervelli all’estero.

Gli italiani residenti all’estero sono circa 6 milioni.  Le partenze per espatrio sono salite del 44,9%. E sono i giovani gli expat per eccellenza: gli italiani tra i 18 e i 34 anni sono il 44% degli 82mila espatriati nel 2022, aumentati del 2% rispetto al 2021. E non si parte più solo dal Sud.

Al 1° gennaio 2023 i connazionali iscritti all’Aire erano 5,93 milioni, di cui il 23,2% ha tra i 35 e i 49 anni (oltre 1,3 milioni); il 21,7% ha tra i 18 e i 34 anni (più di 1,2 milioni), i minori sono più di 855mila (14,4%).

Tra le varie fasce d’età, dunque, i giovani lasciano di più l’Italia.

I dati sono allarmanti. E non sono solo numeri. Il giovane, quel giorno, rappresentava l’esemplare umano di quelle statistiche. Ingegnere con il massimo dei voti in una università di Roma, riceve a Milano una proposta di lavoro (a Milano, non Caltanissetta o Foggia). All’estero gli offrono il triplo, non solo in termini economici, ma anche di appagamento extra retributivo (metodi di lavoro, tipologia di lavoro). Ha scelto il lavoro all’estero e, dopo aver espresso tale decisione con rammarico, chiede al viceministro Leo, noto commercialista romano, quale sia la prospettiva del governo su questo drammatico tema.

Il Viceministro gli risponde che il Governo ha provveduto a scrivere un decreto che contiene il regime di tassazione agevolata temporaneo, per 4 anni, riconosciuto ai lavoratori che trasferiscono la residenza in Italia a partire dal periodo d’imposta 2024 (articolo 5 del decreto legislativo n. 209/2023).

Mentre guidavo mi chiedevo se fosse uno scherzo, considerando che Leo è uno dei più grandi fiscalisti di Roma con il quale ho avuto la fortuna di interfacciarmi nei miei primi anni di lavoro.

No pensato che forse il sistema politico italiano blocca un po’ tutti, anche le menti più brillanti. Non si può rispondere con un contentino di 4 anni che non servirà a nulla, se non a fare arrabbiare quei lavoratori che, invece, hanno creduto alle loro promesse e sono rimasti in Italia e per i quali non sarà detassato nulla.

I giovani rappresentano il futuro della società e sono fondamentali per lo sviluppo di una comunità sana e prospera.

Il tema del lavoro è il tema dei temi. L’ho affrontato diverse volte, anche quando fu emanato quel decreto che prevedeva l’aumento di 100 € in busta paga, per 4 mesi, ai lavoratori dipendenti.

Oggi è indispensabile formalizzare una nuova legge che ristrutturi la società a partire dal lavoro. E poiché parliamo di lavoro giovanile, mi viene da dire che i Governi dovrebbero soffermarsi anche di più sul tema dell’educazione scolastica.

Una mancetta di 4 mesi o di 4 anni, non serve a niente.

La vita di ognuno di noi necessita di una programmazione a lungo periodo, il 5° anno cosa farà quel giovane che è rientrato quando dovrà restituire il 68% del suo reddito all’Erario, mentre intanto i costi della burocrazia già li ha provati, con introiti reddituali di 1/3 inferiori rispetto all’offerta estera? Mentre intanto al suo fianco c’è qualche evasore più furbo che nessuno disturberà mai?

Un soggetto intelligente rifiuterebbe l’offerta. Staremo a vedere cosa accadrà.

Intanto il tempo passa, ma di riforme strutturali del lavoro e del sistema fiscale, non se ne sente parlare. Accontentiamoci, “transitoriamente” delle mance.

Chiudo con un pensiero finale di uno dei relatori che ha citato una frase di Socrate: “La nostra gioventù ama il lusso, è maleducata, se ne infischia dell’autorità e non ha nessun rispetto per gli anziani. I ragazzi d’oggi sono tiranni. Non si alzano in piedi quando un anziano entra in un ambiente, rispondono male ai loro genitori…”

Il relatore osserva che questa frase ha 2.500 anni.

Dunque, ci lamentiamo della maleducazione dei giovani fin dalla notte dei tempi, ma io penso che la responsabilità vada condivisa con la generazione precedente: se i giovani non lasciano il posto a un anziano sull’autobus è anche perché nessuno gli ha insegnato quanto sia importante farlo.

Credo che oggi manchi un principio a chi ci governa, ma anche a chi fa l’opposizione (ai politici in sostanza): il senso di responsabilità nei confronti del futuro.

Una volta trovato quello, le riforme si fanno e forse, quei dati così allarmanti, potrebbero iniziare a cambiare in positivo per l’Italia e per gli italiani.