I Gattopardi e la (eterna) questione morale

Nella notte tra sabato e domenica prossimi torna l’ora legale e le lancette andranno spostate avanti di un’ora, meccanismo che permette di guadagnare un’ora in più di luce solare, consentendo di avere un risparmio energetico e ambientale per nulla trascurabile.

In automatico mi è venuto in mente un film che è andato in onda il 29 ottobre scorso quando, al contrario, si è rientrati nel meccanismo dell’ora solare: si tratta del film del 2017 “L’ora legale” interpretato dal duo comico Ficarra e Picone.

La trama racconta di una breve storia politica ambientata in un paesino della Sicilia in cui tutti i cittadini erano in fermento per le elezioni del Sindaco e del Consiglio Comunale. Da anni il paese viveva sotto la guida di politici corrotti e opportunisti che avevano affidato al clientelismo le loro preferenze di elezione in elezione, senza mai un’alternanza.

Viene eletto il nuovo sindaco, Notoli, che si propone di cambiare radicalmente le cose e l’ondata della legalità travolge profondamente le “sane” abitudini dei cittadini, abituati a convivere con certe pratiche ormai consolidate. Dai parcheggi a pagamento, alle file regolari, alla raccolta differenziata, alla lotta all’abusivismo.

Tra questi sono coinvolti anche i cognati del neo sindaco che ritenevano di essere vicini e quindi di poter superare certi step burocratici, come quello di aumentare gli spazi dell’attività di chiosco bar che uno dei due gestiva nella piazza principale del paese.

Ma questi si rendono conto che vengono trattati come tutti gli altri cittadini, fanno la fila regolarmente, si vedono rifiutato il proprio permesso a costruire un gazebo, la moglie di uno dei due perde il posto di lavoro. Insomma, per il cognato sono cittadini come gli altri. Il troppo cambiamento e le troppe regole rendono il clima incandescente.

Pressati dalla cittadinanza capeggiata dal parroco Don Raffaele (che rifiuta di pagare le tasse per il suo bed and breakfast), i due, dopo averle provate tutte, decidono di costruire una terrazza abusiva nella casa estiva del loro cognato e provocare uno scandalo, con l’appoggio di carabinieri e giornalisti, che lo costringa a dimettersi.

Fuori dalla sua villetta arrivano tutte le volanti del paese, mentre i giornali lo trattano come un delinquente invertendo di fatto l’ordine delle cose.

Alla fine, nonostante il discorso suo e di sua figlia che mostrano come la città sia migliorata grazie agli sforzi di tutti, Natoli viene costretto a dimettersi da tutti quelli che si rifiutano di cambiare. L’ex sindaco Patanè torna dunque a governare il paese dopo pochi mesi, giusto il tempo di lasciare l’ora legale e tornare a quella solare. In questo modo le abitudini dei cittadini tornano a quelle di un tempo e gli amici degli amici sono tranquilli e soddisfatti.

Questo film è andato in onda il 28 ottobre 2023. Il passaggio dalla fantasia alla realtà è stato in un attimo.

Cosa ci spinge a credere di dovere avere delle vie privilegiate o di non poter parlare o di non poter attuare determinate azioni altrimenti qualcuno ci farà del male?

La paura. Tutti noi abbiamo paura del cambiamento, anche nelle piccole cose della vita privata. Un cambiamento sociale implica uno sforzo maggiore, un tempo di adattamento molto più lungo che consolidi il nuovo comportamento.

Ma come possono cambiare le cose se gli onesti restano soli e vengono fatti fuori?

Spesso la colpa viene attribuita ai cittadini, li consideriamo gli unici responsabili della “non cultura” al cambiamento. La verità è che il cittadino non è più libero di scegliere, la nostra è una democrazia non del tutto compiuta. Si alternano governi nazionali e amministrazioni locali che non sono più in grado di rispondere alle vere esigenze socio economiche e noi, semplici e poveri cittadini, non possiamo fare altro che augurarci che la prossima volta sia quella giusta!

Come fa, dunque, una città a cambiare davvero se, di fronte a scandali e palesi inottemperanze alla legge, la politica non ha nemmeno il coraggio di parlare? Non ha la forza di rassicurare? Tutti zitti a fare strategie.

I cittadini avrebbero il diritto di sapere e di ascoltare. Non vanno interpellati solo quando sono pronti i prossimi “fac-simile” per non sbagliare in cabina e, soprattutto, non far sbagliare alla nonna, che ahimè, non vede più bene!

Oggi la cosa che mi fa più paura, da cittadina, è il silenzio assordante. È stato bellissimo vedere le folle di politici intorno a Decaro, un sindaco onesto che ammiro molto. Ma tutte le altre persone che hanno pagato il prezzo della calunnia e della diffamazione? Tutti quegli uomini e quelle donne che hanno dovuto rinunciare a una carriera perché magari proprio quelli come Decaro, da presidente ANCI, non sono stati in grado di cambiare le regole distorte che, comunque, non risolvono tanti problemi di delinquenza? Oggi che succede a lui ci mobilitiamo. Va bene così, l’importante è iniziare.

Io non lo voglio più questo silenzio. Non ho paura se domani un sito scriverà di me perché ho un’idea. Per questo motivo sono politicamente ambiziosa e selettiva, voglio essere rappresentata da chi mi assomiglia di più, non da chi si nasconde quando è il momento di parlare.

Per Tancredi Falconieri “Perché tutto rimanga com’è bisogna che tutto cambi” come nel film che ho appena descritto. Per me, affinchè tutto cambi, bisogna avere il coraggio di volerlo davvero il cambiamento e mandare a casa i Gattopardi che hanno reso stantio ed “equilibrato” il sistema!

È la questione morale che va affrontata, altrimenti l’ora legale resterà solo quella che domenica mattina segnerà il nostro orologio.

Libera Scirpoli