Guerra e pace nella domenica delle Palme

La Domenica delle Palme è alle porte, e tanti ramoscelli di ulivo o di palma saranno benedetti nelle varie chiese per l’auspicio di pace e serenità.

Intanto, però, si sta stanno svolgendo due guerre sanguinose che vedono donne, uomini e bambini perdere le speranze per una vita più libera.

Papa Francesco è intervenuto sul punto nei giorni scorsi: “Quando Dio ha fatto l’uomo, ha detto di prendere la terra, di farla crescere, farla bella. Lo spirito della guerra è il contrario: distruggere, distruggere… Distruggere tutti. Uomini, donne, bambini, anziani, tutti”.

Proprio qualche giorno fa, il Santo Padre ha lanciato un appello per la pace, nella speranza che l’Ucraina possa finalmente trovare “il coraggio della bandiera bianca” e avviare dei negoziati di pace con la Russia. Ovviamente, dal presidente ucraino, Zelensky, a quello degli Stati Uniti, Biden, le reazioni di dissenso non si sono fatte attendere. “Non siamo noi a doverci fermare”, ha dichiarato Zelensky. “La pace in Ucraina potrebbe essere raggiunta se la Russia decidesse di mettere fine a questa guerra ingiusta e non provocata, e ritirasse le sue truppe”, ha sottolineato un portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale Usa, riportando il pensiero di Biden rispetto alle parole pronunciate dal Papa. Anche se la risposta più belligerante di tutte sembra essere arrivata dal segretario generale della NATO, Stoltenberg, che ha precisato: per l’Ucraina servono armi e non “una bandiera bianca”.

Parole di guerra, parole che tolgono ogni speranza di pace.

E intanto i bilanci sono pesantissimi. Per quanto riguarda la guerra russo-ucraina, entrata nel suo terzo anno, l’Ue ha stanziato oltre 144 miliardi per l’Ucraina dal 2022.

All’inizio di febbraio, l’Unione Europea ha approvato un nuovo pacchetto di aiuti da 50 miliardi di euro. L’Ue è il principale donatore per Kiev: tra il 24 gennaio 2022 e il 15 gennaio 2024 avrebbe approvato un totale di circa 144 miliardi di euro in aiuti militari, finanziari e umanitari.

Da parte statunitense, i 60 miliardi di dollari promessi a Kiev mesi fa sono ancora bloccati al Congresso, a causa del veto dei repubblicani.

Gli Usa sono il secondo maggiore donatore dell’Ucraina, e il primo fornitore di Kiev.

Ma quante vite è costata questa guerra?

È difficile stimare con sicurezza il numero di civili e militari feriti o uccisi durante i due anni di guerra, essendovi il segreto di stato sulle perdite da entrambe le parti.

Nel dicembre 2023, un rapporto dell’intelligence statunitense menzionava 315mila soldati feriti o uccisi tra i russi.

Quanto agli ucraini, sono stati stimati 70mila soldati morti e 100-120mila feriti e 120mila militari russi deceduti e 170-180mila feriti.

Per ricostituire le truppe, Kiev sta valutando una legge che prevede l’abbassamento dell’età di leva da 27 a 25 anni, un tema molto sentito dalla popolazione e che dovrebbe farci pensare quando anche l’Italia prende le decisioni (anche per noi) sulla guerra.

L’età media dei soldati in prima linea è ora di circa 43 anni, la mia età. Mentre lo scrivo ho i brividi.

Tutto ciò per svolgere una guerra di posizione in cui entrambe le parti cercano di logorarsi a vicenda e nessuno ha la capacità di sfondare in questo momento.

Mentre in Israele, l’altro scenario di orrore, è il 163° giorno di guerra: almeno 31mila persone uccise a Gaza e 73mila feriti dal 7 ottobre. Qualche mese fa ho parlato degli stupri disumani alle donne. Israele ha intanto respinto, proprio nelle ultime ore, la proposta di tregua di Hamas.

Chi sono i più colpiti da questo conflitto? I bambini e le donne. Le loro speranze e i loro sogni.

Non voglio entrare nelle dinamiche politiche che spingono l’avvio di guerre così violente.

Di certo sono inutili e riportano alle parole del Papa che ho citato in apertura.

L’umanità deve cercare un paradigma nuovo, deve ridare il valore alla vita. L’Europa deve ritornare alle vocazioni originarie per cui è stata costituita improntando le relazioni internazionali alla cooperazione e non all’armamento, perseguendo uno sviluppo unitario, secondo i principi di solidarietà, sussidiarietà e coesione sociale.

Le armi le usano i mafiosi, i cattivi, i violenti, quelli per cui l’obiettivo è l’eliminazione del fratello. Va ricercata una pace giusta e sana.

Non solo nei grandi conflitti internazionali, ma anche nelle piccole-grandi guerre di odio che si svolgono nelle nostre comunità. Odio e sgambetti, azioni immorali e campagne di persecuzione. Tutto ciò è quanto viviamo anche noi nei nostri territori, per il solo sentimento di prevalere gli uni sugli atri.

E qual’è il risultato? Confusione, mal governo, spazio alla delinquenza, mancato progresso e litigi inutili. Come il risultato delle grandi guerre: carestie, morti, feriti, mancato progresso.

“Esorto i credenti a prendere in questo conflitto una sola parte: quella della pace” invoca il Papa.

Siamo nati per questo? No, non lo voglio credere.

Se tutti questi soldi l’Europa li avesse investiti in progetti di progresso, infrastrutture, istruzione, cultura, turismo, etc., oggi avremmo meno delinquenza nei nostri territori e forse quei popoli sarebbero più scoraggiati a restare in guerra, e salveremmo tanti bambini innocenti.

Considerata la mia profonda delusione nella politica italiana, e gli ultimi brutti avvenimenti nazionali e locali – tra scioglimenti dei comuni, dimissioni e fine di amicizie storiche per colpa dei personalismi – alle prossime elezioni voterò solo chi vota in Parlamento contro la guerra, almeno ci sarà un elemento che mi convincerà.

Domenica ci scambieremo i ramoscelli di ulivo benedetti: dedichiamoli ai bambini che, con i loro occhi innocenti, stanno vedendo le brutture di una guerra voluta dai grandi che, invece di proteggerli, li stanno uccidendo.

Mi auguro che l’ulivo, simbolo della pace, possa far placare il sentimento di odio in ognuno di noi.

Solo così potremo costruire un mondo più giusto e prospero.

Buona domenica delle Palme a tutti!

Libera Scirpoli