Domenica è sempre domenica. Il senso del calcio a Manfredonia

Domenica è sempre domenica! E tra i suoi elementi distintivi c’è sicuramente il calcio.

Tante città d’Italia festeggiano questo giorno con i colori delle tifoserie e delle famiglie e con i bambini a gioire per le azioni dei loro beniamini.

Più volte ho parlato di sport e del senso di aggregazione che è intrinseco a questa disciplina: unisce le famiglie, educa i ragazzi, fa superare le barriere della diversità, cura le vite che si stavano perdendo, oltre che è fondamentale per la salute e la forma fisica.

Quando la settimana scorsa – per l’ennesima volta – è girata la notizia che a Manfredonia si sarebbe giocata la partita della squadra di calcio a porte chiuse, ho provato un senso di scoramento.

Domenica scorsa i bambini della scuola calcio del Manfredonia avrebbero dovuto fare l’ingresso in campo, mano nella mano con i calciatori, per accompagnarli a inizio partita. Saltavano di gioia al solo pensiero!

Alcune famiglie si erano organizzate per pranzare insieme e poi accompagnarli al campo: salti e sorrisi diventati pianto dopo qualche giorno, quando – con non poche difficoltà – gli è stata comunicata la notizia che non si sarebbe più fatto nulla.

Ma non erano solo i bambini a piangere. A pochi minuti dal calcio d’inizio, davanti all’ingresso dello stadio, ho incontrato un ragazzo, poteva avere 16 anni. Piangeva a dirotto e singhiozzava. Temevo che fosse successo qualcosa di grave e gli chiesi se avesse bisogno di aiuto; lui mi disse tra le lacrime “no, io voglio vedere la mia squadra, mi manca”.

Ho voluto raccontare questa breve e significativa storia perché rappresenta in modo semplice e veritiero il senso di quello che noi viviamo.

Una società progredisce quando la vita sociale è vissuta in un certo modo, quando i cittadini possono aggregarsi in momenti di svago e cultura, quando chi la guida assume il ruolo di “pater/mater familias” che tiene al benessere dei propri figli.

A Mattinata da tanti anni manca la squadra di calcio e il campo “Agnuli”, abbandonato al suo destino, è diventato una specie di parcheggio con erba alta che cresce.

Ricordo le partite delle domeniche di primavera, quando andavo con le amiche anche solo per la voglia di stare insieme agli altri.

Ma, mentre a Mattinata manca del tutto la squadra e l’iniziativa privata che la riformi, a Manfredonia c’è chi investe, ma una ragione burocratica – ai più sconosciuta – oggi, ostacola l’apertura del campo di calcio (che potrebbe essere utilizzato anche per altre discipline sia sportive che culturali).

Di sicuro le regole vanno seguite, per cui è giusto che se mancano dei presupposti si blocchino determinate azioni. Tuttavia, trattandosi di un elemento importante per la cultura cittadina (lo sport) bisognerebbe trovare, insieme, il giusto cammino verso la soluzione. Il verbo “chiudere” è di per sé indicatore di qualcosa di negativo, non fa bene a nessuno.

Una squadra di calcio (o di basket, pallavolo, etc.) può diventare l’orgoglio di una città, una vera e propria risorsa, e non rappresentare non un problema burocratico o uno strumento di polemica politica.

Manfredonia ha la fortuna di averla una squadra, tra l’altro in forma e con la voglia di vincere, sarebbe un peccato sprecare l’occasione. L’occasione di vedere i nonni mano nella mano con i nipoti, i ragazzi all’ingresso che sorridono e non piangono, i bambini che saltano di gioia e non piangono di delusione, i ragazzi che si appassionano allo sport e vengono strappati alle brutte strade, i ragazzi che si allenano e non stanno solo davanti a un bar a bere alcolici.

Lo sport allontana dai bassifondi, dalla delinquenza. Le amministrazioni dovrebbero investire, dal tennis al calcio, dal tiro con l’arco alla pallavolo.

Siamo al sud, abbiamo un gap strutturale rispetto al nord, pertanto le risorse esistenti vanno ottimizzate e non perse.

Un anno fa il Napoli ha vinto lo scudetto che io ho definito lo scudetto del sud, la rivincita del Mezzogiorno. L’intera città era in festa.

Il Manfredonia potrebbe essere un piccolo volano per migliorare i livelli di legalità in città, così come tutti gli altri sport che la rappresentano.

Non facciamoci sfuggire l’occasione di migliorare gli standard delle nostre comunità, questa provincia ha bisogno di vincere, non può più perdere!

Libera Scirpoli