la squadra del Bar Totaro e la storia bella che il calcio ha raccontato
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Details
BAR TOTATO 1^ CLASSIFICATA _ Torneo calcistico estate 1964
da sinistra in piedi:
Aulisa Luigi, Piemontese Michele, Totaro Giuseppe, Mione Antonio, Quitadamo Leonardo, Totaro Carmine Giuseppe (Presidente), Armiento Giuseppe, Coccia Giovanni, Totaro Francesco (Dirigente), Bisceglia Biase (Segnalinee)
accasciati da sinistra:
Scirpoli Fabio, Bisceglia Michele, Clemente Antonio (Assessore allo Sport), Ferrantino Matteo, Rinaldi Antonio.
A mio padre piace tanto rivedere le vecchie foto, specie se ritraggono la sua gioventù.
Sabato ha rispolverato con me quelle del famoso torneo estivo di calcio del 1964, quando un gruppo di giovanissimi 20enni, mise su una squadra: la “Juventus Bar Totaro”.
Nei primi anni ’60 il Bar Totaro di Mattinata era anche una sorta di circolo culturale frequentato da alcuni diplomati ancora disoccupati (molti di loro poco abbienti e impossibilitati ad iscriversi all’università).
Si trattava dei giovani nati nell’imminente dopoguerra, che di certo non avrebbero scelto l’uso di canne e droga per trovare un diversivo; loro che avevano conosciuto gli stenti e la disperazione del post guerra, desideravano la bellezza.
Così, mentre cercavano la propria strada professionale – che poi sarebbe arrivata – sorridevano alla vita e si adoperarono per creare un campo di calcio con zappe e rastrelli nella zona “Coppa”.
Fu così che il titolare del Bar Totaro, il compianto Peppino Totaro, sempre generoso con i suoi ragazzi, decise di finanziare una squadra, ispirata alla Juventus con le maglie bianconere.
Il coordinatore e capitano fu Giovanni Coccia, il papà del mio amico Matteo, che diresse anche gli allenamenti sulla spiaggia per irrobustire i muscoli della squadra. Mio padre era il portiere.
Le altre squadre del torneo erano tecnicamente più forti, ma la spensieratezza e la speranza che avvolgeva gli animi dei ragazzi del bar Totaro, fu elemento fondamentale per farli diventare i migliori del torneo e i vincitori.
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Con la vitalità di quel ricordo di gioventù, mio padre ha voluto ricordare il suo amico Giovanni, che proprio sabato ci ha lasciati, raccontandomi uno dei momenti più belli che lo ha legato a lui: quel torneo in cui avevano deciso di indossare la maglia della loro squadra del cuore, dal nome emblematico dell’età più bella, la juventus.
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Questa storia l’ho voluta raccontare non solo per ricordare Giovanni, ma per trasmettere ai giovani una storia positiva che ci narra di cose belle – come lo sport- capaci di far superare i periodi difficili e incerti della propria vita.
Quella generazione sorrideva e sperava in un mondo migliore, nonostante avesse visto le brutture della guerra; mentre oggi, giovani che hanno tutto sono tutti in cura da psicologi.
Cosa sta succedendo alle nuove generazioni?
Proviamo a tornare alla semplicità. Forse è questo che ci manca!
Libera Scirpoli