la comunicazione che vende bene il territorio

14 luglio 2023

Comunico ergo sum. Letto al contrario si può interpretare con: se non comunico, non sono. E il turismo ha diritto ad ‘essere’ uno degli attori principali della ripresa di questo Paese. Ma deve saperlo comunicare. 

Domani sera, 14 luglio, presenterò a Manfredonia, sul terrazzino vista mare dell’Infopoint, il libro di Sabrina Vasciaveo “Messaggio, la comunicazione ha le parole contate”.

Sabrina, classe ’77, pugliese è giornalista culturale e scrittrice e si occupa di comunicazione dal 2003, quando quel mondo era completamente diverso.

Sarà interessante il dibattito – organizzato dal Direttore ITST Accademy Manfredonia Matteo Robustella – alla presenza di diversi attori dell’economia turistica e della politica locale e nazionale.

Ma perché è importante la comunicazione nell’ambito turistico?

Intanto la comunicazione è importante in tutti gli ambiti, questo aspetto è anche approfondito nel libro.

Se dico una cosa usando una parola piuttosto che un’altra posso creare una conseguenza più o meno positiva. Quindi l’importanza delle parole che si scelgono per dialogare e i toni possono cambiare gli scenari di sviluppo di un rapporto sia nel privato che nell’ambito imprenditoriale e istituzionale.

A volte anche il silenzio è eloquente e diventa una vera e propria forma di comunicazione.

Tornando al tema di domani, il connubio turismo e comunicazione riassume in sé due elementi fondamentali per la ricchezza del nostro Paese.

Difatti, Secondo la ricerca “Comunicazione, Media e Turismo” condotta su un panel rappresentativo di circa 300 milioni di europei, per il 70% di essi l’Italia è la destinazione turistica preferita.  Ma il dato più interessante dell’indagine è che media e contribuiscono per oltre il 70% nello sviluppo e nel mantenimento della notorietà e attrattività delle destinazioni turistiche. Tuttavia, attualmente il comparto turistico è uno dei settori che meno investe in comunicazione: lo 0,07% contro lo 0,5% di media dei comparti. Difatti, circa il 50% degli italiani conosce le regioni solo di nome e ignora l’esistenza di siti di interesse storico-culturali del luogo.  La percentuale si abbassa se si prendono in considerazione gli operatori turistici che investono all’estero: fra lo 0,03% e lo 0,05% in spesa di comunicazione.

Ormai il mondo è visual e anche il turismo è stato travolto da questo trend sempre più in crescita. Nel turismo, le immagini e i video rivestono un ruolo di primaria importanza per pubblicizzare un luogo. Alcune destinazioni oltreoceano hanno già percepito l’enorme potenzialità del visual e dei social come Instagram e lo sfruttano non solo per distribuire immagini del proprio territorio, ma anche per fornire consigli utili, informazioni per l’organizzazione del viaggio e possibilità di fare delle domande.

Ma i ricercatori che hanno condotto l’indagine sottolineano che per ottenere dei risultati serve un approccio comunicativo a 360°, nel quale media tradizionali e media digitali siano in grado di operare sinergicamente.

Far scorrere immagini di piazze, spiagge, tramonti e panorami in un video non funziona. Pubblicizzare un luogo dovrebbe essere come pubblicizzare un qualsiasi bene di lusso: bisogna conoscere gli acquirenti (i turisti), saper creare in loro il desiderio e dare un senso all’offerta, ritagliandola sulle loro possibilità e sulle loro necessità.

A questo proposito aggiungerei un altro fattore fondamentale per il turismo, come per tutti gli ambiti: la formazione.

Senza una preparazione professionalizzante e adeguata i nostri territori rischiano di subire il gap con le mete estere. Spesso si fa turismo come secondo lavoro e non si investe per aver raggiunto il “ricavo atteso familiare”, quindi figuriamoci se si pensi ad investire in comunicazione e innovazione.

Mi auguro che presto vi sia una rivoluzione compiuta della modernizzazione del turismo, inteso come un vero e proprio prodotto del mercato italiano capace di dare slancio ai livelli del PIL italiano, al pari di un qualsiasi altro prodotto diffuso nel mondo, come quelli della moda.

Sarà fondamentale la percezione che una regione dà di sé, attraverso marchi, brand e vere e proprie icone di riferimento, come ad esempio sta facendo la Sicilia in questi anni anche grazie agli stilisti Dolce & Gabbana che, attraverso il loro amore per quella terra, hanno cristallizzato l’icona siciliana ancor di più.

Ecco che ancora una volta l’idea della rete e dell’interdisciplinarità potrebbe risultare la carta vincente, come scrivevo qualche settimana fa a proposito della stilista Tina Carideo.

E qui in Puglia c’è una “disciplina” dalla quale non potremo mai prescindere: il buon cibo e i prodotti della nostra terra, che di sicuro attraggono tanti turisti!

Vi aspetto al dibattito per parlare di questi importanti temi che non devono restare appannaggio dei soli addetti ai lavori, ma anche nostro. Perché, come sempre, i protagonisti siamo noi cittadini e, in questo caso, noi turisti!