Giorgia Meloni e il “soffitto di cristallo” di Palazzo Chigi

4 novembre 2022

Per la prima volta nella storia d’Italia una donna è stata eletta Presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni, leader del partito di destra italiano.

In 76 anni di Repubblica si sono susseguiti 30 Presidenti del Consiglio dei Ministri, 16 Presidenti della Camera, 21 Presidenti del Senato.

Solamente quattro donne hanno ricoperto la seconda e terza carica dello stato: una Presidente del Senato e tre Presidenti della Camera.

Sebbene la storia abbia visto i partiti di sinistra in prima linea sul fronte delle riforme per l’emancipazione femminile, le uniche donne espresse in una delle alte cariche sono state Nilde Iotti, Presidente della Camera per 13 anni dal 1979 al 1992 e Laura Boldrini.

L’Italia era rimasta tra i nove Paesi Ue a non avere mai avuto al suo timone una donna.

Oltre 40 anni fa, il primo Paese dell’Unione europea ad avere una prima ministra fu il Portogallo: Maria de Lourdes Pintasilgo fu nominata a capo del governo nel 1979, la prima ma anche l’ultima a capo di un governo portoghese.

Sono politicamente e culturalmente lontana da Giorgia Meloni, per storia familiare, per frequentazioni, per differenze ideologiche, ma ammetto che ha preceduto il centrosinistra su tre traguardi, è la prima leader nazionale di partito, la prima a guidare una coalizione, la prima a Palazzo Chigi. E ritengo che i primi due aspetti pesino molto più dell’ultimo.

Si perché fanno chiaramente dedurre che ha vinto una donna, non perché sia donna o per una questione di “quota rosa”, ha vinto Giorgia Meloni che è molto di più della prima donna a Palazzo Chigi, è una donna con un curriculum di partito e di origini familiari modeste che a 45 anni arriva a Palazzo Chigi. È una che arriva a fare la presidente del Consiglio partendo dall’organizzazione giovanile del suo partito. 

Partito in cui lei non fa politiche per le donne né promuove la parità di genere.

È un vero e proprio paradosso, uno smacco per il centrosinistra e la cultura cosiddetta Progressista.

La neo premier Meloni, nel suo discorso per la fiducia alla Camera ha affermato di sentire ‘la responsabilità’ nei confronti che di tutte quelle donne che attraversano difficoltà per affermare il loro talento”.

Ha poi ricordato anche quelle donne che “hanno costruito quella scala che oggi permette a me di rompere il tetto di cristallo. Donne che hanno osato, per impeto, per ragione, o per amore.

Ha ricordato il Risorgimento, ma non una parola ha speso per la Resistenza – quel momento della storia d’Italia che ha visto cambiare la vita delle donne italiane, quel momento in cui le partigiane hanno dimostrato coraggio e determinazione conquistandosi i primi seggi in Parlamento – e la parola antifascismo ricorre una sola volta nel suo discorso, bollato come “militante” e associato alla stagione della violenza politica.

Ma nonostante ciò, il discorso ha toccato tante donne. Tant’è che numerosi sono stati gli apprezzamenti da esponenti del mondo