Fabio e il senso del 1° maggio a Manfredonia
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5 maggio 2023
Qualche mese fa è calata a picco la barca di Fabio, un giovane pescatore di Manfredonia.
Un evento tragico che però ha rivelato la parte bella che questa provincia mostra ancora di avere: la solidarietà!
Per tutta la giornata dell’incidente sono state messe in atto operazioni di recupero, fino a notte fonda.
Il soccorso collettivo è scattato non senza difficoltà, ma la sapienza e l’audacia dei pescatori di Manfredonia ha premiato, perché sono riusciti a riportare nel proprio porto il peschereccio appartenente al loro compartimento marittimo evitando danni irreversibili all’imbarcazione.
Qualche giorno fa, come ogni anno è stato celebrato il 1° maggio in tutta Italia. A Manfredonia è stato fatto in un modo emblematico: un gruppo di pescatori, il Sindaco e altri rappresentanti dell’Amministrazione comunale e qualche cittadino, nonostante la pioggia, hanno voluto raccontare la storia di Fabio per dire che è la storia di tutti noi e di tanti lavoratori italiani.
Presso la Lega Navale si è parlato di lavoro e delle difficoltà che tanti giovani e meno giovani stanno affrontando. Senza l’aiuto dei pescatori, e di quanti hanno espresso fattivamente solidarietà – compresa l’Amministrazione Comunale – la barca di Fabio sarebbe stata distrutta dalla scogliera e, probabilmente, anche il suo sogno di continuare a fare il mestiere che ama: il pescatore.
Sono stati omaggiati a Fabio un nuovo radar, scandaglio e strumentazioni utili per operare in mare.
Un evento celebrato, dunque, non un giorno qualunque, ma quello della festa dei lavoratori.
Ero lì e pensavo che questa storia è davvero la storia di tutti noi, come quella dei 67 lavoratori della Dopla, appesi al filo della speranza di vedere ripartire l’impianto, come quella delle donne che vorrebbero ricostruire una carriera dopo aver dedicato anni importanti alla crescita dei figli, quella dei tanti lavoratori che non arrivano ad avere un salario minimo, come tutti quei giovani che un lavoro non l’hanno mai avuto per via di politiche non attente ai bisogni sociali, ma sempre più distratte dagli equilibrismi partitici.
Nei miei 13 anni romani ho partecipato a 7 concerti del 1° maggio. È bellissimo festeggiare una giornata così con lo storico concerto di Piazza San Giovanni.
Devo ammettere che lunedì scorso ho sentito il senso profondo di questa celebrazione.
Si deve festeggiare e si deve scrivere, si, ma non ci si deve allontanare troppo dalla realtà.
E qual è la realtà? Che il lavoro manca, che i giovani talenti preferiscono emigrare, che i salari del sud sono inferiori a quelli del nord, che la prima riforma a cui pensare è quella del lavoro. Il Lavoro, quel fattore che dà dignità all’essere umano e alla società. La nostra Costituzione ce lo ricorda tutti i giorni al suo Articolo 1.
La storia di Fabio ci insegna che insieme siamo più forti, insieme è più bello. In nostro sud ha bisogno di riscatto per uno sviluppo economico che permetta la vera giustizia sociale.
In questi giorni si dibatte in TV sul Decreto Lavoro che “concede” in busta paga ai dipendenti circa 100 euro al mese tra il 1° luglio e il 31 dicembre. Indubbiamente è qualcosa di positivo, ma i lavoratori italiani hanno bisogno di riforme strutturali che possano concedergli il permesso di progettare il proprio futuro, di essere liberi in una società che rincara sempre più il costo della vita.
Non saranno 100 euro al mese – per 5 mesi – a “concedere” ai lavoratori italiani il permesso di sognare un futuro migliore per sé e per i propri figli!