Energas, un progetto contro il territorio
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27 gennaio 2023
Il Governo avrebbe dato l’ok al mega impianto costiero Gpl di Manfredonia presentato dalla società Energas S.p.a.. Si tratta del più grande d’Europa con 12 serbatoi tumulati da 5.000 metri cubi ciascuno, con tanto di gasdotto e raccordo ferroviario. La decisione va in netto contrasto rispetto alla volontà dei cittadini e all’opposizione delle istituzioni territoriali.
Difatti, nel 2016, il 95,27% dei 25.729 votanti al referendum consultivo aveva lanciato un messaggio chiaro all’azienda proponente, registrando un dato partecipativo storico.
Anche l’intero Consiglio Comunale di Manfredonia, in una seduta straordinaria dello scorso anno, ha fatto arrivare un forte e chiaro “no bipartisan” con la plebiscitaria convergenza sulla mozione di contrarietà presentata dal sindaco.
Tutti i soggetti politici della città – che rivestono ruoli istituzionali cittadini, provinciali, regionali, nazionali e religiosi – non stanno nascondendo in queste ore le forti preoccupazioni sull’accelerazione impressa al progetto, così come anche la Regione Puglia che ha presentato 3 conferenze di servizio.
Questo Governo, dunque, vuole consentire la realizzazione di un’infrastruttura contrastata da ogni parte. Di fronte a un chiaro appello, intriso di dolore per la tragica ferita provocata dalle scelte del passato – una ferita che è ancora aperta – la politica nazionale non vede la ribellione di un’intera città rispetto a un provvedimento che a nulla servirà al territorio.
Il progetto infatti risulta: – obsoleto e inutile rispetto alle vere prospettive territoriali e alle politiche energetiche, ormai orientate a fonti alternative a quelle fossili come carburanti di natura sintetica e non inquinanti; – inutile rispetto al rischio di crisi energetica provocata dalla guerra russo-ucraina; – potenzialmente pericoloso per i suoi depositi di gas; – disincentivante rispetto alle politiche del lavoro.
Mentre l’economia del mare potrebbe subire, dopo il tracollo legato ad altri fattori contingenti, una definitiva battuta di arresto poiché il tratto di mare sarebbe interessato da un traffico annuo di 50 navi gasiere da 2.000 tonnellate.
Il modello di sviluppo territoriale scelto dalla città è diametralmente opposto nei confronti di quello proposto da Energas.
La città e i suoi cittadini hanno scelto lo sviluppo turistico, quello della bellezza, del mare, dell’archeologia degli scavi di Siponto – che sta vivendo una stagione di valorizzazione soprattutto grazie alla campagna di scavi promossi dalle Università di Bari e Foggia – hanno espresso democraticamente di preferire la natura e le energie rinnovabili che convivano armonicamente con la bellezza della nostra terra.
Non servirà a nulla quell’impianto se non a imbruttire l’armonia paesaggistica di questo nostro pezzo di Sud.
Giorgio Gaber diceva che “Libertà è partecipazione”. Ma noi siamo davvero un popolo libero?
Se la voce plebiscitaria della gente e l’unità politica di un Consiglio Comunale che all’unanimità, neutralizzando i colori politici, ha affermato espressamente il suo “NO” bipartisan all’impianto, non servirà a fermare questo provvedimento, allora ci resterà da pensare su principi quali democrazia e libertà.
A cosa è servito aver votato, a cosa serve avere rappresentanze politiche se poi le decisioni ci devono sempre essere calate dall’alto.
Da chi nemmeno conosce la vocazione di un territorio, da chi non ha la minima idea della portata di una scelta sbagliata su un territorio: in termini di turismo, di legalità, di occupazionabilità e di ecologia.
Oltre a provocare una mancata sfiducia nelle istituzioni.
L’ecologia è un tema importante. Dovremmo tutti propendere a una educazione al rispetto della nostra madre terra, perché, come mi insegnava la mia maestra delle elementari, se rispetti la natura, rispetterai te stesso.
Forse i nostri governanti dovrebbero leggere e studiare San Francesco, attualissimo con il suo cantico delle creature. Proprio il Comune di Manfredonia, nella sua appassionata opposizione all’impianto, cita il sole come energia vitale del nostro territorio: “Le materie prime sono il sole, che splende per tutto l’anno (la zona sipontina presenta indici di piovosità tra i più bassi d’Italia), il mare che non conosce ombra di alga o di mucillagine, il litorale che varia dall’immensa e scintillante spiaggia della riviera meridionale, alla costa alta della parte settentrionale”.
Sappiamo bene che il rapporto cittadini – governo è sempre più fragile. La distanza è evidente, anche per il fallimento dei corpi intermedi che avrebbero dovuto garantire la rappresentanza del demos.
Forse è arrivato il momento di cambiare le cose? Qui si tratta della nostra salute, del futuro, del welfare state, che non è un concetto astratto ma dipende da noi e dalle nostre scelte. Non può e non deve dipendere da un Ministro che nemmeno conosce i nostri nomi.
Charles Bukowski affermava che “la differenza tra una democrazia e una dittatura è che in una democrazia prima voti e poi prendi gli ordini; in una dittatura non devi perdere tempo a votare”. Concetto dal quale ho sempre avuto un certo distacco. ma che oggi mi fa sentire come in quell’attimo in cui scopri un tradimento, e ti senti mancare il terreno sotto i piedi.
I cittadini, a questo punto, non possono più fare nulla, hanno messo tutte le energie in campo. Gli amministratoti dovranno lottare contro un sistema che non consente vie facili e lineari.
Pertanto mi auguro che possano portare a casa il risultato, perché la revoca del provvedimento Energas non rappresenterebbe una vittoria di un Sindaco o di un parlamentare, ma la vittoria di un territorio, dei suoi cittadini. La vittoria della democrazia!