Donne e basta, la strada aperta da Nilde Iotti
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10 marzo 2023
Ieri, in occasione della celebrazione della festa delle donne, è stata inaugurata a Bari la rassegna organizzata da Uilpa Bari-Bat “Qualcosa è cambiato”.
Ospite del primo appuntamento Gabriella Genisi, la scrittrice dalla cui penna è nata Lolita Lobosco, l’investigatrice diventata protagonista di una fiction che appassiona gli italiani in TV. La stessa scrittrice definisce la sua opera “una piccola rivoluzione perché ha messo le donne al centro del sistema”.
Si racconta il mondo dal punto di vista delle donne che riescono a ribaltare il paradigma che ci è stato propinato sino a oggi. Il mondo cambia, la società cambia, ruoli, lavori che prima ci erano impediti per legge ora sono accessibili alle donne.
Non si poteva diventare magistrate sino al 1965, commissarie sino al 1981, carabiniere sino alla fine del secolo scorso. Tutte queste figure erano assenti. Genisi afferma che “Lolita Lobosco dimostra che la società sta cambiando e lei oggi è un esempio per tante ragazze”.
È stato necessario mezzo secolo abbondante (e 264 episodi della Signora in Giallo – che io adoro ancora oggi seguire) per arrivare alla parità investigativa, ma le donne ce l’hanno fatta, nei libri prima che nella vita vera. Le investigatrici hanno conquistato un pubblico e in casi più recenti, un corpo.
Le donne proposte dalla televisione (che per fortuna non è solo grande fratello vip e le sue assurdità) sono donne che continuano ad essere un esempio di determinazione, coraggio e forza, che vogliono affermarsi sul lavoro senza rinunciare al privato e non essere assoggettate al volere maschile: a volte è necessario fare un passo in più per non lasciare andare le cose, per riuscire a trovare un equilibrio tra saper aspettare e vivere appieno la vita senza avere paura di prendere una “craniata” anche se fare la cosa più giusta non è sempre facile.
In un mondo ostinatamente governato dai maschi, Lolita sceglie di restare sé stessa senza reprimere il suo fascino e la sua bellezza, anzi usa queste sue doti per affermarsi e combattere i pregiudizi.
Ironica, tagliente, spregiudicata, Lolita Lobosco è una donna come tutte noi, una moderna donna del Sud solidamente ancorata alle sue tradizioni, calda, accogliente, mediterranea, che non si identifica con quel tipo di vita che si può considerare piena soltanto con il matrimonio e i figli.
Lolita è un personaggio inventato, per alcuni in grado di riflettere ciò che vorremmo diventare. Forse però lo stiamo già diventando perché qualcosa è cambiato in questo Paese: il Presidente del Consiglio è una donna, la segretaria del principale partito di opposizione è donna.
Ma le festeggiamo come eccezioni. Si perché siamo ancora poche al potere e vengono considerate eroine solo quelle che non crollano riuscendo a tenere tutto insieme.
Io sogno un tempo in cui non ci accorgeremo del genere di un eletto o di chi assume un ruolo importante societario e smetteremo di considerare una deroga una donna che s’insedia al potere.
Non potrebbero esserci persone più diverse di Elly Schlein, 37 anni, e Giorgia Meloni, 46. Sono donne diverse per visione del mondo, come già ho detto venerdì scorso. Ma chi sia la vera paladina del femminismo è un dibattito che non mi appassiona, anche perché non credo alle politiche femminili che ci relegano in un recinto, come la legge sulle quote rosa che è entrata in vigore per “facilitare” il nostro ingresso in politica ma che ci considera come una “fascia protetta”. Strumento che spero venga presto abolito grazie alla nostra determinazione e capacità.
Io in loro, come nei personaggi costruiti dalle fiction, vedo due donne coraggiose, determinate e ambiziose che giovano all’immagine di questo Paese.
Smetteremo prima o poi di dire che le donne sono “lì” grazie a un uomo. Dai tempi di Nilde Iotti e Palmiro Togliatti – quando addirittura alla deputata, colei che sarebbe diventata la prima donna presidente della Camera e che ha aperto la strada per l’emancipazione femminile, veniva chiesto di abbandonare la politica – le leggi sono cambiate, ma il sottile e tagliente pregiudizio è rimasto. Nessuno direbbe mai il contrario, che forse potrebbe essere una donna il vero segreto del successo di un uomo, anche quando è lui a essere il capo. E che se una donna acquisisce un posto di potere sia per proprio merito e non per l’appoggio un uomo. Che la donna sia prima di tutto un individuo con proprie competenze e sogni da realizzare, e poi rapporti umani e sentimentali.
Per loro ci è voluta la storia a dimostrarlo. Noi abbiamo tutti gli strumenti per dimostralo già oggi, ma è necessaria una sana e salda solidarietà e tanta determinazione.
Sogno il giorno in cui ci sarà una donna al potere appoggiata da un’altra donna, e a quel punto la questione del genere non sarà più importante. Non ci saremo nemmeno accorte che il nuovo premier o il nuovo segretario politico non sia un uomo ma una donna.
Sogno quel giorno perché non saremo più un genere, ma persone!
Buon weekend a tutti voi!